1978 – Il Primo Viaggio con AVVENTURE
Già a Gennaio del 1978 scrivemmo a Roma a quella organizzazione che avevamo incontrato l’estate prima in Islanda. Ci rispose un certo Vittorio promettendo di mandarci il Giornalino della Primavera/Estate. Così a fine Luglio 1978 partimmo per il Kafiristan con un itinerario a cavallo tra Afganistan e Pakistan in prevalenza di trek. Pensammo di aggiungere a questo viaggio un secondo in pulmino in Afganistan in modo da visitare meglio il Paese e rimanere all’estero circa 45 giorni totali. La prenotazione era allora cartacea, per posta, e non sapevi nulla fino al giorno della partenza.
Partimmo da Milano e Roma via Teheran, eravamo 15, ed , atterrati a Kabul con l’Afgana Airline, ci sentimmo dire dalla agenzia locale che l’anticipo della Agenzia italiana non era arrivato e non potevamo fare il nostro trek. Nel mentre a Kabul si sentivano “tuoni da caldo” … erano già le cannonate dei Russi … Ci ofrimmo di ripagare tutto sul posto, ma il famoso pagamento italiano si concretizzò e finalmente iniziammo il nostro trek. Fu un percorso bellissimo tra prati di marijuana, boschi di immensi noci, paesetti sperduti e finalmente arrivanmmo dai Kalash, dove gli uomini di valore portano sul berretto una penna ogni omicidio e le donne nel periodo mestruale, essendo impure, devono vivere separate in una casa al limite del paese. Un giorno, capitati in un paese fuori del mondo, ci fu comunicato che le donne non potevano visitare un magnifico altare con teste lignee di cavalli che svettava su di una rocca, ma … una nostra compagna pensò bene di arrampicarsi ugualmente e da lassù fare un proclama, rigorosamente in italiano, sulla uguaglianza delle donne e le loro libertà … Ce la vedemmo veramente brutta, i nostri accompagnatori, fino ad ora così cortesi, fecero occhi fiammeggianti e le mani corsero ai coltelli … già ci vedevamo sgozzati in sacrificio quando … Maurizio prese un bastone e cominciò a picchiarla, o meglio, a far finta di picchiarla con grandi urla e molta scena e poi … non so come, forse perchè lei si ribellava con grida incolsulte, riuscì a far comprendere loro che “era matta”. Appurato il fatto che “era pazza” tutti si acquietarono ed accettarono una offerta per la purificazione del luogo con sacrifici animali. Il primo viaggo finì con un altro trek in Pakistan e la prova di kalashnikov ed armi varie nel paese di Darra dove si costruiscono le copie, perfettamente funzionanti, di qualsiasi arma.
L’appuntamento con il secondo gruppo di Avventure era a Kabul e noi due tornammo in Afganistan con un bus, scassato e coloratissimo, poichè il volo di cui Avventure ci aveva fatto avere i biglietti era risultato “inesistente”. La tratta in bus fu lunga poichè sulla strada scoppiò una disputa su chi di due camion doveva passare per primo ed il diverbio durò 6 ore … Alla frontiera mi sequestrarono poi tutte le mutande del bagaglio poichè “troppo erotiche”. Arrivati finalmente a Kabul poi mi prese una tremenda dissenteria e passai 3 giorni stesa sopra un letto nel cortile di quello che non poteva certamente definirsi albergo, ma caravanserraglio.
Con il nuovo gruppo, ora di 20 persone, visitammo i famosi buddha nella roccia di Bamiyan, che oramai non esistono più, ed i bellissimi laghi di Bandiamir nonchè alcune cittadine dove ti sembrava di essere nel medioevo e dove signori superarmati con magnifici turbanti a cavallo di splendidi destrieri tenevano sulla spalla grandi falconi. Non comprammo collane di lapislazzuli poichè costavano ben 10 000 Lire l’una, ma un antico boccale di bronzo smaltato, una ciottola incisa, un portacenere di onice ed un fucile ad acciarino intarsiato di madreperla e perfettamente funzionante. L’Afganistan delle piccole cittadine ci sconvolse ed io giravo con una specie di Burka per sentirmi più libera e non dare scandalo, camminavo poi sempre dietro a Maurizio e non guardavo mai le persone negli occhi. In queste piccole comunità, specialmente quando si girava soli, bisognava stare molto attenti alla “etichetta” ed al loro “bon ton” locale … altrimenti potevi anche trovarti un bel coltello piantato nella schiena poichè li avevi offesi.
Quando tornammo in Italia realizzammo che il modo di viaggiare di Avventure non era altro che “il nostro modo di viaggiare” e quindi Maurizio scrisse a quel tale Vittorio che, se a loro andava bene, avrebbe potuto fare anche il “Capogruppo” senza problemi.
Era il Settembre 1978 , secoli fa, con alcuni del gruppo siamo ancora in contatto ora … Le foto sono dia da schermo del 1978, quindi sono come possono, ma costituiscono pur sempre un documento di quei tempi lontani e di Avventure.
Potete trovare un articolo scritto allora da Maurizio (Traverso) e pubblicato sulle pagine del Giornalino, qui su questo Sito sezione Racconti – Asia, il titolo è “Kafiristan”. Noterete che hanno sbagliato pure il cognome.
Un viaggio Indimenticabile in un Paese oramai Impossibile
Che magnifici ricordi!
Un viaggio veramente memorabile, luoghi che ormai noi non vedremo più. Fortunati voi che lo avete vissuto