Oppio e teste mozzate

Dal Viaggio  “Arunachal – Assam  special”  2017 – India

Name ci precede dentro la grande capanna buia e fumosa e ci conduce verso la parte centrale: nell’ombra appena rischiarata da un piccolo fuoco sul pavimento si muovono due figure,un uomo intento a fumare una grossa pipa, sguardo trasognato ed espressione assente, e una donna che prepara sul fuoco una non so che mistura da mettere nella pipa…o, meglio, lo so benissimo… oppio!
Oppio che l’uomo fumerà per tutto il giorno, in un limbo di incoscienza e passività che gli impedisce qualsiasi attività e lo rende un peso per tutta la famiglia…

Ma dove siamo? Siamo a Luangwa, villaggio dell’etnia Konyak su di una cresta di montagna a 1200 mslm, esattamente sul confine con la Birmania (la casa dell’”Ang” –re- è tagliata a metà dal confine) in Nagaland, durante l’“Aolig”, festival di primavera.
Il Nagaland appartiene politicamente all’India (o, meglio, è occupato militarmente dall’India, con uno spiegamento di forze e un regime militare mai visto altrove nel Paese) ma dal punto di vista culturale, etnico e sociale è pura Birmania e i Konyak attuali sono i decadenti rappresentanti di una popolazione di fieri guerrieri cacciatori di teste…
Distrutti economicamente dalla tenaglia formata dalla crescita incontrollata della popolazione e dalla devastazione ambientale dovuta alla tecnica del “taglia e brucia”, disintegrati culturalmente dall’opera nefasta dei missionari delle sette americane (chiese ovunque, la capitale Mom è un enorme accatastamento di catapecchie e fango sormontata dell’enorme chiesa battista in costruzione), sono ormai l’ombra di un passato che cercano di ritrovare in festival come questo, anche se guardati a vista da infiniti militari super armati.

Ma non tutto è sparito: il giorno prima siamo andati al vicino villaggio di Hongpol e, dopo un doveroso omaggio all’Ang e alle sue tre donne, tutti in età ma arzilli e simpatici, ci siamo recati all’annuale raduno degli ultimi veri cacciatori di teste, incredibili vecchi (70 – 90 anni) con all’attivo fino a 9 decapitazioni, come simboleggiato dalle testine di rame che portano al collo.
In una specie di patio coperto incontriamo una ventina di “figuri” molto vecchi, alcuni decrepiti, vestiti a festa con antichi costumi, intenti a rivangare ricordi e a masticare betél: anche qui per un momento il tempo torna indietro, a quando costoro erano veramente feroci e temuti razziatori.
Grazie a Name scambio qualche chiacchiera, non facile perché anche loro sono strafatti di oppio, ma riesco a capire che il loro più grande dispiacere è di essere stati costretti dai nefasti missionari a seppellire i teschi delle teste che avevano tagliato e che loro conservavano come importanti trofei del loro valore….

Uno sbuffo più forte di fumo ci riempie le narici del caratteristico odore dolciastro e ci riporta alla realtà della fumosa capanna: l’uomo è ormai totalmente assente, qualche chiacchiera con la moglie che sembra rassegnata al vizio del marito e usciamo per continuare il giro.
Capanne ora splendide, con antiche pareti di legno decorato ad altorilievo e colonne scolpite, ora raffazzonate in un compromesso tra tradizione e…lamiera ma tutte con una costante: frotte infinite di bambini e dentro, nell’angolo più oscuro e fumoso, il capo famiglia che fuma oppio, capace al più di fare (sembra che l’oppio aumenti la vena artistica) splendide statue di legno in stile tradizionale.

Fuori la fredda nebbia ritorna ad avvolgere case ed alberi e l’umidità è tale che anche la roba nelle nostre borse è quasi bagnata.
2017 ???

Potete trovare i tre video del incredibile viaggio anche nella sezione Video in questo Sito:

“Arunachal”    https://youtu.be/8tVPc_sPacA

“Assam”    https://youtu.be/uo-CCtau4x4

“Nagaland”    https://youtu.be/E-MYCgEyg9M

 

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