La foresta di Pandora

Questa fu la traversata della catena centrale di West Papua (Nuova Guinea Indonesiana) con monti di oltre 4000 m. – Viaggio “Irian Jaya”, 2011 

Fango…sempre fango…ovunque fango !

Da due giorni procediamo con grande fatica lungo sentieri appena accennati in mezzo ad una natura letteralmente putrefatta: le nostre scarpe, ridotte a masse informi di mota, ci trascinano su per cascate di scivolosissima argilla, lungo tratturi a zig zag tra alberi enormi le cui radici quando affiorano dal fango si tramutano in trappole micidiali, sopra stretti e turbolenti torrenti che attraversiamo su precarie strutture di canne o su ponti improvvisati dai nostri accompagnatori abbattendo qualche alberello.

E non è che splenda il sole…piove quasi sempre e nelle rare pause nuvole nere e basse, vento umidissimo e nebbia completano il quadro.

Alla sera poi, dopo aver steso un grande telo tra alcuni alberi, montiamo le tende, ci cambiamo e mettiamo scarpe e vestiti ad asciugare attorno al fuoco…solo che è un fuoco di legna bagnata, affumica senza asciugare ed ogni mattina ci rimettiamo addosso i vestiti sempre più umidi.

E, dulcis in fundo, il mangiare è uno spasso: si va avanti a verdure bollite, un po’ di riso, qualche uovo, thè e latte condensato…la pasta che abbiamo portato dall’Italia è un arcano mistero per il cuoco che, malgrado le nostre reiterate spiegazioni, la mette nell’acqua fredda, la stracuoce senza sale e la condisce con un po’ d’olio.

Ma, vi chiederete, perché diavolo vi siete messi in un simile casino?

Ma perché…siamo su di un altro Pianeta !!!

Dimenticando per un attimo la fatica e i disagi, ci si rende conto di essere immersi in un mondo fatato e alieno, popolato da alberi giganteschi e contorti, sulle cui immense fronde nascono mille epifite con fiori di tutti i colori, dai cui rami pendono lunghissime barbe di licheni che filtrano una strana luce ovattata mentre le poche volte che il sole risplende i suoi raggi si rifrangono e disperdono in ogni direzione e con ogni colore, aumentando l’impressione di essere in un altro Mondo.

I torrenti limpidi e impetuosi scorrono tra rive ricoperte da variopinti fiorellini mentre funghi enormi dalle forme più strane punteggiano il sottobosco.

Il senso più forte di alienità lo danno però le mostruose radici alla base degli alberi, alle volte alte due o tre metri sul suolo, ma spesso formanti un groviglio inestricabile e putrefatto appena sopra la superficie…chissà quanti animali, anche pericolosi vi chiederete… e invece niente: l’ambiente è troppo marcio e fangoso, sembra che nessun animale riesca a viverci, non abbiamo visto neppure una formica.

La mancanza di animali, poi, è la causa dell’ultima, ma non meno impressionante caratteristica del luogo: il silenzio assoluto! Senza uccelli, senza nessuno che strisci, si muova, salti, lanci richiami, la foresta è avvolta da un silenzio totale, a volte opprimente (ci mettevamo persino a cantare), decisamente fuori da questo Mondo e infatti a tutti sono venute in mente alcune scene della foresta di Pandora del film Avatar.

Dopo sei giorni di colpo la foresta finisce e in fondo ad una larga radura appare il primo villaggio dopo tanto tempo: felici scendiamo il pendio pensando ad un tetto, a lavare noi e i vestiti ed altrettanto festanti ci corrono incontro i bimbi che escono dalle capanne, solo che indossano le magliette del Milan, dell’Inter, del Barcellona!

Da lungo tempo ormai sono arrivati, sui piccoli Piper che atterrano ovunque, i missionari di ogni e qualsiasi setta e confessione cristiana…

Potete vedere i video di questo incredibile viaggio qui:

Sono anche su questo sito nella sezione Video – Asia

 

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