Uno dei giorni più emozionanti della mia vita

Uganda, 28 Febbraio 2018. Sveglia ore 5:10, colazione ore 5:30, partenza ore 6:00. La mattina è stellata, il che ci lascia presagire un tempo discreto; la strada è pessima, tutta tornanti e buche per raggiungere il briefing point dei ranger, dove arriviamo alle 8:00.

Intanto il sole splende e sulle vallate sotto di noi c’è un tappeto di nebbia, la fortuna col meteo ci assiste. Oggi ci sono 40 persone a vedere i gorilla ed il briefing collettivo è tenuto da Benjamin, una guida che ha ben 25 anni di esperienza con i primati più grossi del mondo. Benjamin sarà anche la nostra guida, Godfrey (il nostro driver) ha chiesto alle guide del parco la possibilità di non dividere il gruppo (il massimo consentito per ogni gruppo sarebbe di 8 persone e noi siamo 10) ed hanno acconsentito.

Carichiamo Benjamin ed altre 2 guardie con fucili per sparare in aria qualora incontrassimo animali selvatici pericolosi. Le jeep ci lasciano alle 8:45 ed iniziamo il trekking; la prima parte si svolge lungo una vallata coltivata e nella quale incontriamo alcuni allevatori che portano al pascolo le vacche, in fondo scorre un fiume, lo scenario è da cartolina. Iniziamo subito col dover guadare per ben 2 volte un impetuoso fiume: la prima volta su di un ponticello in legno raffazzonato, la seconda volta su di un tronco enorme che funge da ponte sul quale l’equilibrio è parecchio precario e se si scivola in acqua non se ne esce certo bene perché l’acqua è profonda e la corrente considerevole.

Dopo il secondo “ponte” inizia la Foresta, quella vera, con la f maiuscola; giusto per rendere l’idea, basti pensare che è così fitta che non si cammina sul terreno, ma sulle piante, tante piante! Benjamin si fa strada a colpi di machete, mentre noi sudiamo come delle bestie nella salita, è umidissimo. Onestamente credevo che il nostro fiato fosse ben più messo alla prova dato che siamo a circa 2.500m s.l.m. invece no. Alle 11:00 incontriamo i nostri tracker, ovvero persone che di lavoro seguono 24h/24h le famiglie di gorilla abituati all’uomo; i tracker non hanno il solo compito di agevolarne parecchio l’individuazione per i turisti, ma avvisano i veterinari nel caso di problemi ad un membro della famiglia.

L’adrenalina che già scorreva nelle nostre vene aumenta ancora di più, ci siamo, uno degli incontri più memorabili della vita sta per avere inizio! A pochi metri da noi c’è una famiglia di 9 membri: 3 Silverback, 3 femmine e ben 3 gorillini (uno di 2 anni, uno di 1 anno ed uno di soli 3 mesi sempre in braccio alla mamma). Appena arriviamo i gorillini si attaccano vigorosamente alle gambe di alcuni di noi e si fatica non poco (con l’aiuto dei ranger) per allontanarli (è pericoloso per loro il contatto per via degli agenti patogeni umani).

È un’ora di emozione allo stato puro, ci si rende conto di quanto i loro comportamenti ed i loro sguardi siano estremamente simili a quelli umani. Come da prassi, a malincuore, dopo il tempo prestabilito (1 ora) ci si deve allontanare, sempre per la loro incolumità.

 

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