World Nomad Games

Kyrgyzstan, Valle di Kyrchyn, 6 settembre 2018: raggiungiamo il bivio per la valle alle 11:15, la strada si stringe, peggiora leggermente, è asfaltata solo per qualche chilometro, poi diventa uno sterrato molto compatto. Dopo poco il panorama si apre, in lontananza iniziamo ad intravedere decine e decine di yurte: siamo finalmente arrivati ai World Nomad Games. Dato che occupano buona parte della vallata, ci si deve orientare un attimo. Per quanto ovvio, è impensabile girare tutti insieme, ci si perderebbe immediatamente, quindi stabiliamo di comune accordo di dividerci e rivederci alla porta d’ingresso alle 17:00. La temperatura è gradevolissima: caldo secco con qualche nuvoletta, siamo a 2.000m, qualcuno di noi stasera arriverà a cena rosso come un peperone. I World Nomad Games non sono espressione puramente sportiva, c’è anche molto folcklore. Le prime yurte prive di copertura laterale che incontriamo sono un campo di gioco di una disciplina particolare, una specie di bocce dove al posto delle palle ci sono le vertebre di capra. Successivamente incontro un lunghissimo campo nel quale abilissime cavallerizze corrono sui loro destrieri a devono colpire con le frecce 3 bersagli fissi situati a lato del campo (ovviamente senza fermarsi): è difficilissimo! Lì vicino, su di un campo parallelo, vi sono gli arcieri a piedi, impegnati nella più classica disciplina. A dir poco entusiasmante è l’area dedicata ai canti ed alle danze, raggiungibile passando sotto un arco in legno presidiato da militari: decine di donne in sgargianti abiti tradizionali bramano di farsi fare una fotografia, praticamente mi sequestrano! In quest’area siamo solo io e la telecamera della TV nazionale a soddisfare ogni loro desiderio narcisistico. Accanto vi è una sezione esclusivamente canora nella quale gli artisti si esibiscono nelle loro performance davanti ad una platea con centinaia di persone che accompagnano i canti, replicano le melodie o battono a tempo le mani. Subito sotto, nella parte più pianeggiante c’è un ampio bazar e decine di yurte. Curiosando, vengo ripetutamente fermato per i classici saluti. In una di queste vengo invitato anche all’interno, dove c’è una tavola riccamente imbandita e dove mi viene offerto ogni ben di Dio: vodka da bere alla goccia, frittelle, miele, panna; resterò qui a far bisboccia fino al momento di rientrare. Un’esperienza indimenticabile!

 

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