La nostra CINA veramente INCANTATA
di Comitato Gestione Genova · Pubblicato · Aggiornato
Era un po’ di anni che Enio (Eugenio Andrighetto ideatore e direttore del famoso “Visionarium 3D” a Dolceacqua) ci stressava con le sue idee sulla Porta del Paradiso e sui monti Hua, ma in realtà le notizie erano veramente poche, tanto che non si riusciva a capire neppure dove fossero questi posti. Una ricerca su internet dava risultati scarsi: qualche foto, nessuna città conosciuta nelle vicinanze, nessuna informazione sui costi dei Parchi e su come visitarli.
Poi improvvisamente nel 2022 viene pubblicato su Avventure un viaggio che mette in programma alcuni di questi luoghi, ma tra Covid ed altro il viaggio non parte.
Per accontentare Enio Maurizio mette insieme un itinerario che segue in parte l’itinerario di CINA INCANTATA con diverse aggiunte per un totale di 30 gg.
Ma si iscriverà qualcuno? Quali saranno i costi? Come ci muoveremo?
Una breve inchiesta tra amici rivela un certo interesse per la meta ed allora a luglio Maurizio invia la richiesta ufficiale a Roma, richiesta che viene accettata. Le notizie però sono sempre scarsissime, con fatica si concretizza un po’ l’itinerario ed il viaggio a fine agosto viene messo in programma.
Incredibilmente subito si iscrivono molti amici tanto che Maurizio si deve imporre per avere solo 11 partecipanti e limitare il gruppo a 12. Velocemente prenota gli ostelli per dormire ed individua i treni da prendere, tutti treni super veloci che vanno a 300 Km/h ed oltre e che ci faranno raggiungere le nostre mete in poco tempo.
Ma come è stato poi questo nostro viaggio ? Ve lo racconto.
Il nostro itinerario è partito da Shanghai, raggiunta con volo diretto, dove ci siamo fermati 5 giorni. Oltre a visitare la bellissima e modernissima città ci siamo spinti alle cosiddette città d’acqua, costruite sugli antichi canali imperiali e mantenutesi intatte fino ad oggi.
Da Shanghai con treno superveloce siamo arrivati al paesino di Tangkou ai piedi dei monti Huang, monti rappresentati in tutti gli acquerelli cinesi: picchi granitici molto scenografici, pini contorti, valli deserte, massi in bilico su lisce pareti. Purtroppo qui il meteo non ci ha assistito ed abbiamo avuto il primo giorno nuvolo/nebbioso ed il secondo giorno acqua a catinelle. Parte dei magnifici panorami ci sono stati negati da nebbie basse ed acqua battente.
Dai Huang Shan ci siamo diretti ai Wuyi Shan, colline parco attorno al fiume dalle nove anse dove in 2 giorni di trek abbiamo salito a piedi monoliti di arenaria, disceso in zattera le 9 anse e visitato le famosissime coltivazioni di uno dei tè più preziosi della Cina.
Con una lunga giornata di treno siamo arrivati ad una delle più belle città della Cina, Fenghuang Gu Cheng, la città della Fenice. Raccolta attorno al fiume, con case su palafitte di pietra e legni intagliati, è una città medievale conservata perfettamente ed alla sera si accende di migliaia di scenografiche luci che la fanno sembrare uscita da una fiaba. Molte sono le ragazze in costume Miao, dalle corone in argento, che si possono incontrare negli stretti vicoli o nelle case da tè.
Breve trasferimento a Zhangjiajie, uno dei posti più famosi per i cinesi, luoghi che hanno ispirato il film Avatar, dove siamo rimasti 3 giorni, tutti di trek, su sentieri in prevalenza a gradini e saliscendi. Il primo giorno abbiamo visitato il monte Tian Men con la famosa Porta del Paradiso, un enorme buco nella roccia che si raggiunge con una scala di 999 ripidi gradini, e la cima del monte ricca di templi, passerelle di vetro su abissi vertiginosi e sentieri a picco sulle valli. Abbiamo passato gli altri 2 giorni a zonzo nei monti Alleluja/Avatar tra belvederi affacciati sui pinnacoli, ascensori aggrappati alle torri ed ardite funivie. La zona dei monti Avatar è una zona di tenera arenaria dove gli agenti naturali come vento e pioggia hanno scavato valli profondissime tra rosse torri vertiginose ricoperte da una vegetazione rigogliosa ed impenetrabile. Tutta la zona è bellissima e noi la abbiamo visitata in giornate stupende; ma quanti gradini e quanti chilometri percorsi! Nonostante alcune funivie ed alcune navette del Parco, nonostante l’incredibile ascensore attaccato alla roccia che sale velocissimo le nostre gambe, alla fine dei 3 giorni, erano veramente stanche.
Di nuovo in treno per arrivare a Chengdu e visitare il grande Parco dei Panda. In questa stagione più fresca sia i Panda Maggiori che i Panda Rossi stazionano in grandi recinti all’aperto. Sono animali dispettosi e schivi che passano il tempo a mangiare i loro prediletti germogli di bamboo, si arrampicano sugli alberi, si nascondono tra i cespugli. Anche in questo parco, come dappertutto in Cina, per gli ultra 70enni è tutto gratis.
Lasciamo il grosso dei bagagli all’ostello, la visita di Emei e Leshan sarà con un bagaglio più piccolo.
Emei è un grande massiccio montuoso ed un luogo di pellegrinaggio per i buddisti. Sulla cima, a 3100 m. c’è una grande statua in oro di Buddha quadriteste a cavallo di elefanti. La giornata è stupenda, in lontananza si vedono cime innevate di oltre 7000 m., e noi ci arrampichiamo sulla lunga scala che raggiunge i monasteri sommitali. Alle 12.30, quando cominciamo a scendere, la nebbia sta guadagnando terreno e tutto viene avvolto da una bianca bambagia che rende il paesaggio irreale. Alle 16, dopo 400 m. di dislivello con una discesa di gradini, arriviamo alla Piscina degli elefanti, il monastero buddista di “Xi xiang chi si” dove alloggeremo per la notte. La nebbia se possibile è ancora più fitta e tra luci soffuse i monaci sono raccolti in preghiera nella sala principale del tempio. La cena molto parca e vegetariana è servita alle 17.30 e poi non ci resta che andare a dormire.
Il mattino c’è ancora un bel nebbione, ma non piove, così ci incamminiamo verso il basso dove ci aspettano scale per 1200 m. di dislivello per arrivare al santissimo monastero di “Wan nian si” dove con disappunto scopriamo che la cabinovia per scendere è in manutenzione e ci aspettano altri 250 m. di dislivello a piedi, tutti di gradini naturalmente. In breve con bus navetta raggiungiamo Banguaò e con 3 taxi ed 1 h di tragitto, arriviamo a Leshan dove possiamo ammirare la grande fontana a forma di loto magnificamente illuminata. Siamo stanchi!
Il mattino dopo ciascuno si alza quando vuole per visitare il Parco del “Da Fu”, il grande Buddha di 75 metri scolpito nella roccia e seduto in riva al fiume. Anche qui una quantità oceanica di gente e dolci colline ricche di templi, statue, caverne magnificamente scolpite.
Alle 15 si torna a Chengdu per una “pentola di fuoco” una specie di fondue francese dove si fanno cuocere in un brodo super-stra-piccante innumerevoli spiedini di tutti i tipi.
Il treno che 10 anni fa ci metteva 12 ore per andare da Chengdu a Xi’an ora fa il tragitto in 5 e quindi in giornata riusciamo ad arrivare a Hua Shan e siamo…nella nebbia più totale.
I monti Hua sono famosi in tutta la Cina per i loro itinerari vertiginosi, pericolosi ed aerei; questo ci preoccupa non poco ed in vero la sera siamo tutti un po’ pensierosi, soprattutto vedendo questa nebbia che genera un umido che penetra nelle ossa.
La mattina dopo il tempo sembra sereno quando saliamo su di una funivia veramente vertiginosa, su abissi senza fine e con arrivo in caverna. Ma questo non è nulla al confronto di quello che vedremo poi: lame di granito da percorrere in bilico e con scalinate tanto ripide che sui gradini non stanno i piedi, precipizi di cui non si vede il fondo, piattaforme in artificiale a sbalzo tanto la montagna è aguzza.
Come ci dice la nostra guida gli Hua Shan sono il posto migliore per meditare e fare il punto della propria esistenza, per estraniarsi da tutto e scoprire il senso della vita.
Ma quando i nostri climbers Enio e Paolo, equipaggiati di tutto punto, si presentano alla partenza del “Chang Tong” la famosissima via ferrata più pericolosa al mondo … si sentono dire che sono “troppo vecchi”. La via è permessa solo fino ai 55 anni ed i guardiani sono irremovibili.
Dormiamo al picco Ovest, un rifugio costruito in artificiale poiché la cima del monte è tanto aguzza che non ha spazio e ci gustiamo un tramonto ed un’alba impagabili.
E poi scale, ancora scale, sempre scale su e giù così ripide che il piede deve essere messo di sbieco e belvederi appesi al cielo, scorci su abissi, lame di roccia senza fine, granito lisciato dalla pioggia.
Xi’an è la nostra tappa finale, da qui torneremo in Italia.
A Xi’an visitiamo l’Esercito di terracotta, la tomba dell’imperatore “Jing Di”, le due torri della Campana e del Tamburo, il quartiere mussulmano e la Moschea che sembra un tempio Ming. C’è tempo anche per comperare gli ultimi regali.
Tutti abbiamo avanzato un bel po’ di soldi che ricambiamo chi in banca chi in aeroporto. Il nostro viaggio infatti è stato meno caro del previsto anche perché, come dicevo prima, noi, tutti ultra 70enni, non abbiamo mai pagato ingressi in Parchi, musei, posti di interesse ed abbiamo avuto grossi sconti su funivie e navette.
E così, dopo 30 giorni, si torna a casa, grazie a tutti quelli che si sono uniti a noi in questo bel Viaggio.
Ci saranno , appena saranno pronti, i riferimenti dei video di questa Avventura.