|

|
Domenica 18 Marzo
2007
MONTE ISOLA
Un monte che è anche un’isola, una proposta di
Franco. Uno dei laghi minori italiani è il lago d’ISEO, quello che non tutti
sanno che in questo lago c’è una delle isole lacustri più grandi d’Europa. Un’isola
ricca di proprie caratteristiche, costruzioni insigni e storia. L’andremo a
scoprire con il nostro solito stile: minimo di formalizzazioni, massimo di
libertà
Il modo più veloce di andarci è in macchina. Si
arriva fino a Sulzano e da lì si prende il traghetto per Peschiera Maraglio,
sulla costa meridionale dell’isola. Da lì partono diverse strade e sentieri
che permettono di visitarla a piedi. C’è anche un bus che fa servizio di
linea. Comunque in un paio d’ore si può fare un anello interessante. Nella
documentazione riporto alcune delle cose che si possono ammirare.
Per mangiare prevediamo di farlo al sacco dalla
cima dell’isola. Comunque, chi volesse, può trovare diverse trattorie. La
cucina più interessnate con il pesce lacustre è reativamente costosa. Chi
vuole può torvare un menù convenzionato a 20 euro, altrimenti si sale
sensibilmente.
Guido Platania
Tel 334/6975885
-
E- mail mailto:gp@helponline
.it
|
Programma
8.30 Milano punto di ritrovo
10.00 Sulzano al traghetto
10.30-11.00 Monte Isola
17.30 Peschiera Maraglia Traghetto
19.30-20.00 Milano
Spesa
prevista –
Auto 15 euro solo andata con divisione spese
Battello, a/r meno di 5 euro
Pranzo al sacco, chi vuole può mangiare un boccone alla trattoria a
Monte Isola
|
|
Monteisola: Storia, Cultura e Leggenda
|
|

|
|
Una vera montagna divide il centro del
lago in due canali; è scoscesa e boscosa nella parte sud-orientale e
digradante a terrazze di campi coltivati verso occidente, cioè verso la
sponda bergamasca. Ha tre nuclei principali: Siviano, dov’è la sede
municipale, Carzano e Peschiera Maraglio; inoltre vi sono
otto frazioni più piccole, gruppi compatti di case, tra oliveti, vigneti e
boschi di castagni. Nel punto più alto dell’isola a 600 metri dal mare
sorge il Santuario della Madonna Ceriola. Sbarcando
alla frazione Porto, quasi di
fronte a Tavernola, si ha l’impressione corroborante d’un luogo dove il
pedone è ancora il signore incontrastato. Alla sinistra del nucleo, sulla
riva si può ammirare la villa Ferrata, d’impianto
cinquecentesco e restaurata all’inizio del Novecento; un’ala verso il lago
termina con una bella loggia trabeata; aderente al corpo della villa è
stata eretta una cappella secentesca
con cupola prospettica; sul portale vi è scolpito lo stemma Fenaroli,
famiglia cui si deve la costruzione; dietro la villa si estende un ampio
brolo chiuso, con viti e ulivi.
|
|
|
|

|

|
|
Più
sopra è situato il Capoluogo Siviano, dominato dall’alta parrocchiale barocca dedicata ai santi Faustino e Giovita; la chiesa, sorta sull’area
di una chiesa precedente e terminata nel 1745, ha un arioso
interno a navata unica, con presbiterio allungato e decorazioni di
stucchi e affreschi; una tela, raffigurante l’Ultima Cena venne
dipinta nel 1651 dal bresciano Ottavio Omigoni (1605-1661);
il pronao, con colonne su alti piedestalli, è del 1759.
|
|

|

|
|
|
|
Il
paese è solcato da viuzze, in parte a gradinate, sulle quali s’affacciano
portali di case con portici interni e loggiati. Alta, sopra i tetti, si
eleva la
torre quadrata di pietre regolari, che appartenne ai Martinengo. Dei piccoli pullman compiono un servizio Comunale di trasporto pubblico,
percorrendo la strada che unisce Siviano con Carzano da una
parte e con Peschiera Maraglio dall’altra.
|
|
|
|

|

|
|
|
|
È stata costruita una variante che congiunge le
frazioni di Masse, Olzano e Cure capolinea a monte del servizio di
trasporto. Da quest’ultima frazione, è possibile salire a piedi fino al
Santuario della Ceriola. Tutte
le altre strade sono rimaste alle condizioni di mulattiere e sentieri,
lungo i quali è difficile incontrare veicoli a motore. A Monteisola sono
da sempre abolite le automobili eccetto le uniche autorizzate per
alcuni servizi importanti, (ambulanza, parroco, vigili, pronto
intervento, servizio medico e un taxi),
i motocicli sono un’esclusiva dei residenti, che li usano per
recarsi al lavoro. Questo fa di Monteisola un’oasi di tranquillità dichiarata dalla
legislazione italiana “zona di particolare rilevanza naturale e
ambientale” e quindi protetta. I turisti possono utilizzare solamente
il mezzo pubblico o la bicicletta. Si può effettuare il giro
turistico dell’isola in bicicletta rivolgendosi anche ai due punti di
noleggio situati a Carzano, e Peschiera. Andando verso Peschiera
M. si passa vicino al gruppo rustico di Sinchignano, dove
un’ampia corte è limitata su lati
opposti da due interessanti edifici, appartenenti
un tempo alla famiglia Lollio. Verso sud vi è un palazzo che reca i segni di vari tempi costruttivi,
un portale a sesto acuto che può
risalire al Quattrocento, mentre in un vano scala la balaustra di
pietra e la volta affrescata sono di gusto seicentesco; sul lato nord della
corte vi è un edificio, probabilmente di epoca barocca con un bel
portico e annessi rustici.
|
|
|

|
|
|
Dov’è
una chiesetta dedicata a San Carlo, che all’interno è
abbellita da un’icona
in legno dorato, si diramano le strade: proseguendo dritto si prosegue per
la frazione di Menzino, a sinistra si sale per la
frazione di Senzano.
|
|

|

|
|
Senzano, una frazione rustica di vecchie case, dove la
chiesa settecentesca di San
Severino conserva un’icona di legno dorato e in cui viene celebrata la
santa messa ogni domenica mattina alle ore 09:00. Poco
prima della chiesa si trova un’altra diramazione che a destra porta a Peschiera M. passando nell’interno
dell’isola (strada panoramica),
mantenendo la sinistra si sale per il Santuario o per le
frazioni interne di Masse, Olzano e Cure.
|
|

|

|

|
|
Da Menzino si sale in breve alla rocca Martinengo:
costruita nel Quattrocento dagli Oldofredi e ampliata nel
Cinquecento dai Martinengo, essa è stata restituita nel 1963, dopo un lungo periodo di
abbandono, alla funzione di dimora signorile, con un restauro dell’architetto
Vittorio Faglia. E’ celebre nelle cronache locali il breve soggiorno
che vi fece nell’autunno del
1497 Caterina Cornaro regina di Cipro. Posta a dominare uno sperone
dell’isola proteso verso la sponda
bergamasca, la rocca, a pianta quadrata, ha un grosso mastio cilindrico che
sopravanza il corpo di fabbrica
rettangolare posto a
settentrione, con torri rotonde agli spigoli. Un muro ridotto a balaustra
verso sud, dove si ha la vista dell’isoletta di San Paolo, racchiude
una corte pavimentata in cotto a
livello del primo piano rispetto alla campagna. Vi si accede mediante una
gradinata dove un rivellino è congiunto
con un ponticello di legno al
portale d’ingresso, che ha grossi contorni bugnati inquadrati di lesene:
sulla trabeazione vi è la dicitura ex alto. A questo piano,
dove si può individuare la traccia
di un portico, vi sono ora i locali di soggiorno, coperti a volta e ornati
di bei camini inseriti con il restauro. Il mastio cilindrico serve da vano
scala per i collegamenti con gli altri piani; al piano terra dov’è anche un
ingresso secondario, un tempo c’erano le scuderie, collegate con una rampa
alla corte principale; ora è stata realizzata la sala da pranzo con la
cucina. Al secondo piano vi sono le camere da letto e un caminetto lungo la
parte del muro d’ambito. Da qui e dal sommo del mastio, coperto a terrazzo,
come da ogni finestra, si godono incantevoli panorami. L’ultimo restauro è
stato effettuato negli anni sessanta dalla Famiglia Mascheroni di Monza, attuali proprietari.
Una
leggenda narra che un perfido castellano, colpiva a cannonate le barche dei pescatori se questi, giunti sotto
il castello, dinanzi al Roccione di Herf (Serf), non avessero ammainato la
vela in segno di sottomissione. Dopo l’affondamento di alcune barche, a
qualcuno venne in mente di trasformare questo gesto obbligato in un
devoto omaggio alla Vergine Maria, ardentemente venerata sull’Isola. A
questo punto fu dipinta sullo scoglio l’immagine della Madonna della Ceriola.
La leggenda narra che il castellano morì annegato nel tentativo di
cancellare l’immagine della
Madonna.
|
|

|

|

|
|
Oltre Menzino
si scende a Sensole, piccolo centro di pescatori che sorge in un
piccolo golfo dove il tempo sembra essersi fermato come l’attimo bello di Faust…”.
Non
lo dicono gli opuscoli dell’ufficio turistico ma bensì una
raffinata viaggiatrice inglese che conosceva bene il lago d’Iseo, sulle cui
sponde trascorse dieci anni della sua vita. Si chiamava Mary Pierrepont
Worthley (1689-1762), meglio nota come Lady Montagne, e
quelle sue parole sono ormai vecchie di due secoli e mezzo, ma
restano pur sempre verissime anche ora , all’inizio del terzo millennio.
|
|

|

www.omaggioamonteisola.it
|
|
Percorrendo
la strada asfaltata che costeggia il lago, detta
la strada degli ulivi, tra olivi centenari e terrazzi soleggiati
si arriva a Peschiera Maraglio, un vecchio
paese di pescatori, con strette viuzze (tresandei) e qualche bella
dimora con portici e loggiati del Cinquecento; la chiesa di San Michele,
ad una sola navata, è stata consacrata nel 1648.
|
|
|
|

|

|
|
|
|

|

|
|
Peschiera
Maraglio. Basta
scendere dal traghetto che fa la spola con la sponda bresciana (per
Sulzano), per avere subito la sensazione
di essere approdati in un’altra dimensione, più stabile, più
tranquilla, più umana, più surreale: vecchie barche che sonnecchiano
all’ormeggio, antichi portici e loggiati decorati da biancheria
stesa e da vecchi arnesi da pesca, donne e pescatori chiacchierano in
dialetto senza fretta. Proseguendo sulla strada asfaltata in riva al lago, da Peschiera M. si
arriva a Carzano.
|
|

www.omaggioamonteisola.it
|

|

|
|
Carzano si schiera quasi interamente ai lati di una strada
in riva al lago. A Nord, dove
inizia la strada per Siviano, vi è la chiesa barocca di San
Giovanni Battista, a pianta ottagonale
e cupola schiacciata. All’interno del nucleo sorge il palazzo
Martinengo, un edificio probabilmente del tardo Cinquecento, a pianta
rettangolare, con un lato corto sulla strada. Un portale, con lo stemma in
chiave, da accesso a un cortile dominato dalla serena fronte a due piani
del palazzo, che ha una gronda sostenuta da mensolette, sul gusto di quelle
della villa Martinengo di Sale Marasino, visibile sulla
sponda opposta. Sotto gronda corre un bel fregio affrescato. Il piano terra
ha uno schema semplice, con un vano scala centrale con due stanze laterali
di soggiorno, coperte a volta e
dotate di camini. A monte vi è una colombaia, formata da due
ambienti sovrapposti; il vano superiore è interamente affrescato con
decorazioni barocche. A Carzano, ogni cinque anni si tiene una festa
(prossima nel 2010) di ringraziamento per la fine di un’epidemia di colera;”l’epidemia
di colera cessò con il passaggio della Santa Croce”. Per questa festa
tutti gli abitanti del paese e quelli della frazione di Novale con
pazienza e passione preparano migliaia di fiori di carta per addobbare il
paese.
|
|

www.omaggioamonteisola.it
|
Festa Quinquennale
di Santa Croce
|

www.omaggioamonteisola.it
|
|
a Carzano
prossima nel 2010
|
|
Da Carzano si può salire tramite
una mulattiera a Novale. Novale è un nucleo di case con viuzze minuscole, sottoportici, case con forti
mura di pietra. Più in alto vi è Olzano,
frazione rustica, dove portali bugnati e portici
ad archi testimoniano un
antico decoro, che è evidente anche più avanti nella frazione di Masse.
|
|

|

|
|
|
|
|

|

|
|
A Masse, portali
, loggiati, cortili e
sottopassi compongono scorci caratteristici. La chiesa
barocca è dedicata a S.Rocco. Si continua, attraverso vallate
interne, tra vigneti e piccoli campi di grano, in luoghi dove
scompare la vista del lago e il breve mondo dell’Isola si fa più
raccolto e remoto fino a Cure.
|
|

|

|
|
|
|
|

|

|
|
Cure, bella frazione
rustica, con stradine selciate e case con archi e balconi è la frazione
dell’isola situata più in alto ed è possibile raggiungerla con il servizio
di Autobus di linea.
Da
qui si può raggiungere solo a piedi la vetta più alta dell’isola e cioè il Santuario della Madonna Ceriola a 600 metri di altitudine
|
|

|

|
|
Le origini remote del Santuario
della Ceriola risalgono alla metà circa del V sec., quando S. Vigilio,
Vescovo di Brescia, portò la fede nella zona del Sebino,
sopprimendo il culto della divinità pagana Iside ( da cui deriva il nome Iseo ).
Sulla vetta dell’isola in quel tempo, veniva adorato dagli
abitanti, pochi contadini e pastori, il dio pagano Fauno, ne
fa fede ancora oggi un cippo di pietra, o altare, come basamento alla colonna della facciata, sul quale è
inciso, in modo rudimentale FA^NI, divinità pagana protettrice
dei boschi e della campagna. Allora l’isola era una selva di abeti, di
faggi di castagni, da cui Silvinus (il nome
primitivo del lago) e poi Siviano (il paese tra le selve). Sul luogo
di una cappella che si dice esistesse prima del secolo XI, sorse
nel Cinquecento la prima chiesetta dell’isola, dedicata
alla Purificazione di Maria Vergine; venne ingrandita nel Seicento. L’interno è a una navata
coperta a botte, sopra l’altare maggiore di marmi intarsiati,
vi è una ricca icona cinquecentesca di legno di cerro dorato, con le figure della Madonna col
Bambino tra i santi Faustino e
Giovita.
|
|

|

|
|
Sotto le scrostature delle pareti
laterali affiorano affreschi
cinquecenteschi: il campanile è del Settecento. è possibile, dal
piazzale antistante, vedere tutta la sponda del lago e un panorama mozzafiato,
girando in senso orario. Da otto secoli la statua è venerata e custodita dagli abitanti dell’Isola, e
se qualcuno dubita della fede degli isolani basta salire alla Madonna
della Ceriola per stupirsi di fronte a decine di ex voto
esposti. Non sono tutti vecchi: accanto a tavolette ottocentesche, ce
n’è una di una donna che rende
grazie per essere sopravvissuta
all’atroce mitragliamento del battello di linea avvenuto nel 1944 davanti
al porto di Siviano (vi furono 41 Morti). Molte sono le persone che
tutti gli anni si recano al Santuario in pellegrinaggio e tutti i Sabati mattina alle ore 10:00
si celebra la Santa Messa.
|
|

|

|
|
Allineate
con l’isola sull’asse della vallata, sorgono due isolette, di proprietà
privata. A nord L’Isola di Loreto che si presenta come una piccola
collina che emerge dall’acqua. Una villa di gusto romantico venne
costruita alla fine dell'Ottocento in
luogo di un convento trecentesco delle Clarisse, del
quale forse ne rimane una parte della cappella. L'ultima
ristrutturazione risale al 2000.
|
|

|

|
|
A
sud L’Isola di San Paolo, ospitava nel secolo XI un monastero
cluniacense: fiorente nei secoli, fu soppresso nel 1783 e completamente
demolito con la chiesa agli inizi del Novecento, ora vi sorge una villa ,
costruita nel secondo decennio dello scorso secolo, con il fronte rivolto
verso Monteisola; un muro a filo di sponda circonda il bel parco. L’isola
di San Paolo è ora di proprietà della Famiglia Beretta di Gardone Val
Trompia.
|
|

|

|
|
|
|
|
|
|
|