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Pedalare lungo i fiumi in Lombardia
LUNGO L’ADDA DA LECCO A TREZZO
IN AUTO. Airuno è raggiungibile
con la strada statale 36 Milano Lecco.
Per arrivare a Paderno d’Adda, a metà dell’itinerario, si lascia la
statale 36 a Cernusco Lombardone, seguendo le indicazioni per Bergamo. Al
termine del percorso, Trezzo ha un proprio casello sull’autostrada A4
Milano Venezia.
IN TRENO. La linea Milano Lecco Sondrio
delle Ferrovie dello Stato passa dalla stazione di Airuno
IN AUTOBUS. Non ci sono linee a lungo
percorso che passino da Airuno.
Invece dalla tappa finale del percorso, Trezzo, si possono raggiungere
Monza e Gessate mediante autobus delI’ATM di Milano che si prendono in via
Biffi, nel centro della cittadina. Gessate è poi collegata al centro di
Milano dalla linea verde MM.
Pullman della società Autostradale possono riportare da Trezzo nel capoluogo
(linea Milano Bergamo), anche con bici come bagaglio: fermata al casello di
Trezzo dell’autostrada A4.
EQUIPAGGIAMENTO. Non c’è
nessuna particolare esigenza, salvo un paio di scarpe comode. Sempre utili un
binocolo e la macchina fotografica.
Da AIRUNO si
percorrono circa 600 m lungo la statale 36 in direzione di Lecco,
fino alla località
FORNASETTE. Superata la Trattoria
Cantù, s’imbocca una stradina stretta che, passando tra alcune proprietà
private, porta alla riva del fiume. La zona prende nome dalle furnasett, antiche trattorie (alcune
ancora presenti), dove si potevano gustare i pesitt, i pesciolini fritti.
Il corso dell’Adda offre in questo tratto un paesaggio molto bello: a nord la
sagoma inconfondibile del Resegone e le Grigne, a sud lo
scorrere delle acque verso la pianura attraverso le canne e la rive rese
ombrose in alcuni punti da pioppi
e platani.
In questa zona del fiume, fino a Brivio, venivano un tempo
costruite nell’acqua delle chiuse che rallentavano la corrente formando
bacini che facilitavano la pesca. Queste strutture furono eliminate perché,
impedendo un rapido deflusso delle acque del lago attraverso l’Adda, erano
ritenute causa delle periodiche inondazioni di Como.
Scendendo di circa 3 km, si raggiunge
BRIVIO, il cui
nome deriva dal celtico briva,
in altre parole "ponte" o "passaggio": qui l’Adda si
restringe formando un passaggio obbligato; del castello che lo controllava
rimangono alcuni resti.
Il castello di Brivio, fatto costruire probabilmente dai vescovi di Bergamo,
è un grande quadrilatero con agli angoli tre torri a sezione rotonda e una
quarta di maggiori proporzioni a sezione quadrata, in funzione di maschio.
A quest’ultima, sul lato est, venne aggiunto in seguito uno sperone a pianta
triangolare.
In effetti, una serie di modifiche ha via via alterato nel corso dei secoli
la struttura del castello. Anche il fossato, originariamente ricavato facendo
deviare il corso dell’Adda, è stato poi livellato in epoca recente.
Fino al 1837, esistevano a quest’altezza del fiume una serie di pescaie (delle chiuse) che
rallentavano la corrente del fiume e ne facevano divergere un ramo per dar
movimento ai mulini e ai setifici (qui c’era una delle più
importanti filande della zona).
Da Brivio, passati sotto il ponte, si prosegue in direzione sud verso Paderno
d’Adda. Le rive sono coperte da boschi di ontani,
castagni, platani, salici e, dove il fiume si allarga e rallenta,
si osserva una fitta vegetazione palustre con i più bei fiori acquatici, gigli selvatici e ninfee. Nel sottobosco
umido e ombroso ci sono mughetti
ed esemplari di veroniche.
Trovano qui il loro habitat ideale diverse specie di avifauna palustre: tuffetti,
cannareccioni, migliarini di palude, numerose coppie
di cigni reali; sui rami più bassi che
sfiorano le acque si possono vedere scrìccioli e lo sgargiante martin
pescatore. Nei boschi circostanti, merli, cardellini,
fringuelli, gazze grigie e rapaci
notturni. Sopra le acque spesso volano il nibbio, il gheppio
(Fa/co tinninculus), e gruppi di gabbiani comuni alla
ricerca della preda.
Dopo circa 4 km, si arriva a
IMBERSAGO, dove si trova un
traghetto che funziona ancora sullo stesso principio dì qualche secolo fa, ed
è noto come "traghetto di Leonardo".Le strutture del battello
vengono periodicamente rinnovate, ma il movimento è assicurato sempre da una
fune di ferro ancorata alle due rive: un po’ con l’aiuto della corrente, un
po’ a forza di braccia, il traghetto compie numerose traversate quotidiane,
utilissime anche alle auto per evitare deviazioni fino ai ponti fissi di
Brivio o, più a sud, di Paderno.
Percorsi ancora circa 3 km, oltrepassata un’ansa del fiume, si arriva a
PADERNO D’ADDA, dove la
valle si stringe ancora, ed è attraversata a notevole altezza sulle acque del
fiume dal più famoso tra i ponti sull’Adda. Qualche
centinaio di metri prima del ponte si trova una centrale elettrica da dove I’acqua
viene in parte incanalata per servire altre centrali che si incontrano più a
sud.
All’altezza della prima chiusa si attraversa a sinistra, lasciando sulla
destra la strada che sale al centro di Paderno.
Subito dopo il ponte, l’Adda si presenta in uno dei suoi aspetti più
suggestivi.
Scorre tra sponde ripide e verdeggianti, per gettarsi poi
impetuosamente tra rocce e dirupi, dove le acque provocano vortici
spumeggianti e paurosi.
La conformazione naturale che fa compiere al fiume un dislivello di 27
metri in 2 km di corso rendeva impossibile il passaggio ai barconi
da trasporto fra il Lario e la pianura.
Per superare l’ostacolo fu scavata nella roccia (1777) un’ingegnosa opera
idraulica, il Naviglio di Paderno, di cui ancora oggi si vedono,
inutilizzate e invase dal muschio, le sei
CONCHE, con
accanto i casotti che fungevano da centraline. Lungo i canali si
trasportavano soprattutto cemento da cuocere, pietra di calce, ghiaia,
graniti, legna.
Si fiancheggia il lato sinistro del canale, a partire dalla Diga Vecchia
(poco dopo il ponte di Paderno) fino al ricongiungimento con l’Adda,
ritornato ampio e tranquillo.
Nel tratto finale del percorso sono sorte in successione numerose
CAVE DI SABBIA, che
hanno devastato le rive boscose per chilometri. Non si tratta soltanto di
danni estetici, ma di rischi per il delicato ecosistema fluviale soprattutto
nei suoi equilibri idrogeologici.
A circa 4 km oltre Paderno, nei
pressi di
PORTO D’ADDA, si
trovano a breve distanza l’una dall’altra le centrali Bertini (1898) ed
Esterle (1914). Sono edifici splendidi per gli appassionati di architettura e
di archeologia industriale: vere cattedrali dell’età della tecnica, con
dimensioni gigantesche e decorazioni di ceramica policroma. Per visitarli
(sono di proprietà della Edison) è necessario chiedere in precedenza
uno speciale permesso di studio.
Percorsi ancora circa 6 km, lungo la
riva di un Adda molto ampio, si arriva al lungofiume di
TREZZO D’ADDA, dove nel
fiume largo come un lago si specchia la bassa ed elegante sagoma liberty di
un’altra centrale elettrica, la Taccani (1906) di proprietà della ENEL di
Milano, la centrate non è visitahile. le si può al massimo passare davanti,
cercando di non disturbare chi ci lavora.Le tre grandi centrali testimoniano
uno dei maggiori momenti di espansione della tecnica e della produttività
milanesi e lombarde. a cavallo tra l’88 e il ‘900. Sono tutte ancora in
funzione.
Alle spalle della Taccani, si arriva con una breve salita al castello di
Trezzo (il nome deriva dal celtico trecc, luogo alto e
fortificato). Costruita dai Visconti (fine del ‘300), la rocca è visitabile,
mentre rimangono solo i basamenti dì un arditissimo ponte ad arcata unica
costruito alla medesima epoca del castello originale. Il centro di Trezzo è a
brevissima distanza dal castello.
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Foto scattata da me
La Centrale Taccani, a Trezzo
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Foto scattata da me
Caratteristico aspetto del fiume
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LA CULTURA. Oltre a
quelli elencati nell’itinerario, lungo la strada si possono raggiungere altri
monumenti storici di interesse, come il Santuario della Rocchetta sopra
Airuno, la seicentesca Madonna del Bosco vicino a Imbersago, e
un altro santuario
(anche questo detto della Rocchetta) sopra la terza chiusa.Il
soggiorno di Leonardo da Vinci alla Villa Melzi di Vaprio d’Adda ha portato a
far risalire a Leonardo una serie di interventi idraulici e ingegneristici
nella zona.
Si sono attribuite a lui le concezioni originarie del traghetto di Imbersago
e del Naviglio di Paderno.
È tradizione che il paesaggio scosceso dell’Adda nel tratto di quest’ultimo
gli sia addirittura servito da ispirazione principale per i fondali di alcuni
famosi dipinti come La Gioconda e le varie versioni
della Vergine delle Rocce.
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Percorso ciclabile lungo
l'Adda –
Distanze da percorrere
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P
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C
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B
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G
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L'
A
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D
A
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km 0
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3
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CALOLZIOCORTE
(m. 206)
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#
Santuario del Lavello
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km 3
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8,8
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OLGINATE
(m. 206)
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# Diga
# Ponte e
traghetto
# Villa
Sirtori
# Filanda
Fenaroli
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km 11,8
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4,5
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BRIVIO (m.
202)
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# Castello
# Ponte
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km 16,3
|
4
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IMBERSAGO
(m. 200)
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.
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#
Traghetto
#
Santuario della Madonna del Bosco
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km 20,3
|
0.9
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N
A
V
I
G
L
I
O
D
I
P
A
D
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R
N
O
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PADERNO
(m. 196)
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# Ponte
"S. Michele"
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#
(Centrale Idroelettrica Semenza)
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km 21,2
|
0.9
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- Cappella
"Madonna della Rocchetta"
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km 22,2
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1
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- Centrale
Idroelettrica Angelo Bertini (1896)
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km 23,4
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1.2
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- Centrale
Idroelettrica Carlo Esterle dell'Edison
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km 27,2
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3.8
|
-Costruzione
fortificata
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km 29
|
0,2
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TREZZO (m.
145)
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# Castello
# Centrale Idroelettrica "Taccani" (1906)
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km 29,2
|
1,8
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N
A
V
I
G
L
I
O
M
A
R
T
E
S
A
N
A
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CAPRIATE
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km 31
|
4
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CRESPI
D'ADDA (m.135)
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#
Villaggio operaio
# Santuario della Madonna di Concesa (Trezzo)
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|
km 35
|
4,2
|
VAPRIO (m.
133)
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.
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# Villa
Melzi
# Villa
Simonetta
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km 39,2
|
2
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M
U
Z
Z
A
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GROPPELLO
D'ADDA
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km 41,2
|
1,5
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CASSANO
D'ADDA (m. 126)
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# Villa
Borromeo
# Castello
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km 42,7
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Staz. FS (m. 126)
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IN BICI LUNGO L'ADDA
il percorso consigliato da Lino, Josè Maria e Chiara

(foto di Lino Milani)
occorre
scendere verso le cartiere Binda, a destra del ponte, imboccare il sentiero
che costeggia il canale Martesana e... via di pedali, in direzione Concesa.
Sulla sinistra, al di là del canale, potete notare un immenso parco: è quello
di villa Castelbarco-Albani, una dimora principesca edificata nella seconda
metà del XV secolo e ristrutturata nei secoli successivi; sul Naviglio si può
ammirare un'antica ruota metallica a otto pale, che provvedeva ad azionare
una pompa per l'irrigazione dei giardini della proprietà.
Si arriva, dopo qualche colpo di pedale, al Santuario della Divina Maternità
e relativo convento dei Carmelitani Scalzi di Concesa, databile attorno al
1642, posto ai piedi di uno sperone roccioso a picco sul fiume. Sopra questo
si trova la sede del Parco Adda Nord: Villa Gina, costruita nel 1855 da Paolo
Bassi, che prese a modello la villa Fontallerta nei pressi di Firenze. Poco
più a nord uno sperone di roccia, sotto il ponte autostradale, ricorda
l'antica derivazione del Naviglio Martesana realizzato tra il 1457 ed il
1463.
Il Santuario di Concesa merita e i suoi dintorni meritano una bella visita a
piedi, quindi... tenete la vostra tabella di marcia sott'occhio e fate in
modo di trovare il tempo per andare alla scoperta di quest'angolo di
paradiso.
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E proseguiamo
con la ciclopedalata: la strada da prendere è il sentiero che costeggia
l'Adda (tenete il fiume sulla vostra destra) e procedete fino ad arrivare
ad una strada asfaltata che sale, a sinistra, e presenta qualche tornante:
siamo arrivati a Trezzo sull'Adda, il cui castello (o meglio, i ruderi)
troneggia sull'Adda.
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(foto di Lino Milani)
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Per
arrivare nel centro della cittadina dovrete fare la salita già accennata:
da lassù potrete godere un panorama davvero invidiabile. Il centro di
Trezzo è un particolarissimo esempio di abitato medioevale; la cosa che
dovete assolutamente visitare è il castello, costruito su una primitiva
rocca longobarda che la tradizione vuole edificata dalla regina Teodolinda.
Da quella prima rocca ebbe origine una tormentata storia di lotte, di
conquiste e di morti che vide protagonisti Federico Barbarossa, i Torriani,
i Visconti. Qui, nel 1385, morì Bernabò, fatto avvelenare dal nipote
Giangaleazzo. Nel 1416 il Carmagnola distrusse l'arditissimo ponte
sull'Adda di cui ancora oggi si vedono la spalla e l'attacco. Del castello
rimangono integri la torre alta 42 metri e il pozzo Vercellino del 1400.
Dopo la visita al castello, scendete verso il fiume (prima strada a destra,
una discesa piuttosto ripida ma agibile) e... sorpresa: vi troverete di
fronte una nuova prospettiva dell'Adda, abbellita dalla silhouette della
centrale idroelettrica Taccani, intrigante esempio di architettura Liberty,
diviso tra le decorazioni floreali e i 'colpi di frusta' tipici dello stile
del primo Novecento. Una grande diga a palconcelli in legno convoglia le
acque lungo i lati della centrale: qui l'Adda forma uno spaccato
irripetibile dove natura, storia e tecnologia si intrecciano
armoniosamente.
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Dopo
quest'attimo di estasi, proseguiamo in direzione Paderno, lasciandoci
sempre l'Adda a destra e proseguendo in bici sul sentiero che costeggia il
fiume; non vi sarà difficile, in questo tratto, incontrare qualche
esemplare di fauna del luogo: cigni reali, germani reali, folaghe,
gallinelle d'acqua, tuffetti...
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(foto di Lino
Milani)
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