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Domenica 22
Luglio
IN BICIALLA SCOPERTA DEL PARCO DI MONZANon tutti sanno che il Parco di Monza è il parco
recintato più grande d’Europa. Meta fin dall’800 di visite turistiche di
apprezzamento. |
Programma di massima Mezzi, bici proprie o a noleggio Domenica 10.30 Davanti all’INFO POINT per
anche l’eventuale noleggio BICI 13.00 circa break per picnic 14.30 Circa, fine del giro in bici,
riconsegna bici noleggiate. Per chi vuole un momento di relax al bar la
Torretta. Inizio visita guidata ai giardini del parco 16.00 SPAZIO PER RELAX NEL PARCO Spesa prevista – Visite guidate. Spesa
prevista 9 euro a testa Essendo il pranzo al sacco,
non ci sono altre spese Per chi venisse senza
bici, il noleggio costerebbe 2,50 euro/ora, sconto per noi 20%. Da
verificarsi. |
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Dentro il parco, a parte la Villa Reale con il
suo giardino botanico (meriterebbe da solo una visita di una giornata), nei
secoli sono state costruite alcune ville residenziali (es. Mirabello e
Mirabellino) e diverse cascine per la coltivazione e la gestione agricola
degli spazi a disposizione. Molti hanno visitato la Villa Reale, Pochi sono
andati alla scoperta di queste costruzioni e di questi spazi, un po’ perché
spesso l’accesso è proibito alle auto,ma anche perché le distanze a piedi
sono tutt’altro che brevi. Il mezzo migliore per gironzolare è la bicicletta
e questo è quello che proponiamo. Dentro il parco ci sono diversi bar e punti
di ristoro, ma anche spazi attrezzati per pic nic. Ci renderemo autonomi per
poter scegliere al momento la soluzione che ci risulti più gradevole (pranzo
al sacco o con panini acquistati sul posto). Non ci muoveremo con spirito
sportivo (non dobbiamo vincere nessuna gara), ma apprezzeremo ogni momento ed
ogni scorcio che ci si presenterà. Dove le strutture saranno aperte e ci sarà
la possibilità di una visita guidata, ne approfitteremo, altrimenti ci
limiteremo a girare intorno ed a vedere quanto di bello avremo davanti agli
occhi. Itinerario di massima previsto a) Ore
10.30 – Ritrovo davanti all’INFO POINT del parco vicino al parcheggio (a
pagamento, 2,00 € per l’intera giornata). Possibilità di noleggio della bici in
loco per chi non l’avesse (2,00 € l’ora).
b) Incomincia la visita
cicloturistica con passaggio alla Cascina
Frutteto :stupenda struttura lombarda con serre e
orticola c) Si
arriva alla Cascina S.
Fedele : visita esterna della bella facciata cuspidata con
torretta gotica d) Passaggio
alla Villa Mirabellino:
esempio di costruzione settecentesca con bella vista prospettica su Villa
Mirabello e) Si
prosegue fino alla Cascina Fontana
:tipica per la corte aperta e la volta centrale a sesto acuto f) Breve
sosta sulla Collinetta Vedano recentemente rimessa in ordine. Punto
panoramico g) Si
arriva ala Villa Mirabello
con, stiamo cercando di ottenerla, visita guidata anche agli interni. h) Si
passa dal Mulino del Cantone
che sorge di fianco alla Roggia laterale al Lambro i)
Lungo la strada cercheremo di fare una
incursione fino alla vecchia fagianaia
(ora ristorante S.George Premier) j) Ora
di pranzo: " dejeuner sur l'erbe " in un delizioso punto del Parco con prati , alberi e fiume
Lambro ...come in un quadro impressionista k) Ore
12.30 – Nel posto che ci aggraderà di più ci fermeremo per fare un picnic
sull’erba (se ci riusciremo ci faremo ospitare presso una delle cascine che
andremo a visitare) l)
Arriviamo fino alla cascina S.Giorgio, tutt’ora in piena
funzionalità, in particolare per l’allevamento di diversi animali da
fattoria. Visita alla fattoria m) Sulla
strada del ritorno attraversiamo il ponte ed arriviamo fino alla Cascina Mulini asciutti,
dove andremo a visitare questa struttura appena ristrutturata. n) Mentre
dal vicino Ponte delle
Catene si gode di uno scorcio paesaggistico idilliaco
arricchito da " bird watching" o) Ormai
arrivati alla conclusione cercheremo (con i più volonterosi) di andare a
vedere l’effetto cannocchiale sulla villa reale. p) Sarà
possibile, una volta riconsegnate le bici a noleggio, andare a visitare i giardini botanici della
villa reale q) Ore
16.00/16.30 – Ci saluteremo e ci sarà abbondante spazio per relax sull’erba o
alla Torretta Si prega di prenotarsi, il costo a
persona della guida è in funzione del numero di partecipanti Riferimento: Grazia Falzoni
Tel 338/9392626 Guido Platania Tel 334/6975885 - gp@helponline .it |
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Parco di Monza
É stato ideato da Eugenio
Beauharnais per ampliare i giardini della Villa
Reale come zona per la caccia; è
situato tra i comuni di Lesmo, Villasanta, Vedano al Lambro e Biassono. Cascina Mulini Asciutti Fu iniziato nel 1806
su una superficie di 10.520 pertiche (688 ettari circa). Secondo tavole del
secolo scorso il Parco presentava aree di coltivazioni ben definite: boschi
cedui ed ad alto fusto, campi e vigneti, prati, viali, marciapiedi erbosi,
recinto dei cervi, fagianaie
all’inglese ed all’italiana ed il laghetto della valle dei sospiri. Nel 1807, l’architetto Carlo Fossati
realizzò il muro di cinta (lungo 14 chilometri) utilizzando materiale
proveniente dalle rovine del castello visconteo. Fiume Lambro (Parco di Monza) Il parco rimase intatto, ricco di vegetazione e fauna
fino al 1919, quando passò a
disposizione del pubblico. Poi peggiorò gradatamente, tanto che nel 1945
la sua consistenza arborea era già ridotta al 25% di quella originaria. Al suo interno scorre il fiume Lambro che si insinua con
cascatelle e specchi tranquilli. Il Parco ospita impianti sportivi fra cui il famoso
autodromo, il golf, una piscina ed un grande campeggio. L’Autodromo
La parte settentrionale del Parco è occupata dall’Autodromo
Nazionale. È stato costruito nel 1922
per iniziativa dell’Automobile Club di Milano. Per costruire l’Autodromo venne costituita la S.I.A.S.
(Società Incremento Automobilismo Sport) società federata all’Automobile
Club d'Italia, che si occupa della gestione dell’impianto. Il lavori per la realizzazione iniziarono il 26 febbraio 1922
su progetto dell’architetto Rosselli e dell’ingegner Puricelli e si
conclusero dopo 110 giorni di lavoro. Ha determinato la distruzione di un
ingente patrimonio arboreo nelle zone del Bosco Bello. L’Autodromo comprende la pista del Gran Premio (m 5.793),
la pista Junior (m 2.405) e la pista di alta velocità (4.250). La capacità
ricettiva dell’impianto è di circa 135.000 spettatori e di circa 75.000 posti
a sedere. Ogni anno si tengono varie manifestazioni
automobilistiche e motociclistiche, la più importante ogni seconda domenica
del mese di settembre quando la pista
di Monza ospita il Gran
Premio d'Italia di Formula 1. Le Cascine
Il Parco è anche conosciuto per le splendide cascine
costruite al suo interno. il Mirabello
Nata, nel 1656, per desiderio
celebrativo della famiglia Durini, su progetto di Gerolamo Quadrio,
la villa fu in gran parte compromessa da un incendio nel 1717
ed in periodo neoclassico restaurata ed ingrandita nel rispetto dello schema
tipologico originario, simmetrico ed assiale, intorno alla metà del 1700
per volontà del Cardinale Angelo
Maria Durini che l’abitò e la utilizzò come “villa di delizie” e
cenacolo di letterati. Nella tradizione lombarda, la corte principale a U del
corpo centrale della villa si apre sulle ali rustiche simmetriche che
ospitano le scuderie, gli ambienti di servizio e la cappella gentilizia,
decorata da affreschi settecenteschi
come le sale principali. In seguito questa villa fu incorporata nel parco quando
Eugenio de Beauhrnais la scelse come sua residenza insieme alla Villa
Reale di Monza. il Mirabellino
Questa villa fu costruita, nel 1776
su ordine del cardinale Durini, come dependance della villa Mirabello per
ospitare ed offrire momenti di svago ai colti invitati del cardinale; sono
collegate da un viale di carpini. In seguito questa villa fu incorporata nel parco quando
Eugenio de Beauhrnais la scelse come sua residenza insieme alla Villa
Reale di Monza. Cascina San Fedele
Fu progettata dall’architetto Luigi Canonica
con forme neogotiche, rivestita da marmi in parte recuperati dalla demolita
chiesa milanese di Santa Maria di Brera (le splendide bifore sono opera della
scultore Giovanni
di Balduccio). Cascina Frutteto
Costruita tra il 1805
ed il 1825 su progetto
dell’architetto Luigi Canonica,
oggi ospita la Scuola Agraria. Serraglio
Questo edificio si trova vicino all’autodromo e risale al
primo ventennio dell’Ottocento. Cascina Casalta
Risale al 1805-1825, è praticamente divisa in due parti:
vecchia e nuova. Mulino del Cantone
Ristrutturato dal Tazzini nel 1840
con fronte neoclassica a cavallo di una roggia e torre merlata in mattoni del
XIV secolo. Cascina del Sole
Nel bel mezzo di quell’area verde denominata “Valle dei
Sospiri” si trova questa cascina risalente al 1839,
attualmente in concessione per un bar ed un’abitazione. |
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Durante il periodo in cui fu abitata dal Cardinale
Angelo Maria Durini (1725 - 1796), la Villa, abbellita con affreschi e
ristrutturata, divenne "luogo di delizie e cenacolo di
letterati" II Quadrio strutturò il Mirabello attorno ad una
corte nobile ed una rustica. Il viale d'accesso infatti corrisponde
all'asse di simmetria che attraversa la corte nobile e l'edificio
padronale. Sull'edificio spiccano due torri quadrate simili a quelle
della Chiesa del Seminano di San Pietro a Seveso. La Villa ha una pianta
ad U abbastanza complessa. La pianta del nucleo
centrale comprende otto sale, con atrio, disposte ad un
ampio salone che occupa tutta l'altezza dei due piani.
IL SALONE CENTRALE
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UN ITINERARIO NATURALISTICO E CULTURALE NEL
PARCO DI MONZA
tinerario:
LUNGO IL FIUME LAMBRO Partenza: Questo
itinerario si svolge nella zona percorsa dal fiume Lambro e dalle sue antiche
rogge. Partendo dal
Santuario francescano delle Grazie (1), in stile tardo gotico (1473)
fortemente rimaneggiato, si oltrepassa il ponte sul fiume Lambro (1683) per
giungere alla porta di ingresso che si apre nel muro del Parco. Si prosegue,
a destra, sul viottolo che costeggia l’argine del fiume popolato da numerose
specie arboree: platano, ontano, pioppo cipressino e ibrido, tipica vegetazione
di ripa, qualche carpino e ancora aceri e frassini. Attraversando
il “cannocchiale” Villa Reale – Ponte delle catene, si arriva, sempre
costeggiando il fiume, al Viale Cavriga. Si svolta a destra, si supera il
Lambro e, prendendo un sentierino sulla sinistra, ci si inoltra nel bosco
proseguendo sulla riva opposta. Si
attraversa un bosco e si scorge, al di là del fiume, il Mulino del Cantone
(2). Arrivo: Si arriva,
dopo essere tornati su strada asfaltata, alla Cascina Mulini Asciutti (3),
due corpi di fabbricato con i rustici annessi, attraverso i quali scorre la
roggia omonima che una volta muoveva ben sei macine contemporaneamente (ora
ne è rimasta una sola). Si procede
sul viale alberato e si riattraversa il fiume al Ponte del Bertoli (1853). Tenendo a
destra per il Viale di San Giorgio, si attraversano due ponticelli sulla
roggia Molinara (acqua stagnante) e, pochi metri dopo il secondo, si volta a
sinistra su strada sterrata. Si
fiancheggia la recinzione del campo di golf (a destra) (4) e la Cascina Mulini
di San Giorgio (a sinistra) (5). Seguendo lo
sterrato si ritorna al ponte dei Bertoli; da qui a destra per il Viale del
Cantone fino all’edificio omonimo. Siprosegue fino al Viale Cavriga, che si
attraversa proseguendo su un sentiero che fiancheggia i prati della Cascina
Cernuschi (6), progettata dal Canonica come compendio equestre della Villa
Mirabello. Al limitare del bosco si prende il viale alberato con Celtis,
verso sinistra; lo si percorre fino al viale asfaltato, in prossimità della
recinzione dei Giardini Reali. Si tiene
questo vialetto in discesa, si costeggia per un breve tratto il laghetto,
alimentato artificialmente da un sorgente, e si scende fino a giungere alla
porta su Via Boccaccio, inizio e termine dell’itinerario lungo il Lambro Lunghezza del
percorso: circa 7,5 km. Percorso: adatto a
tutti sia a piedi sia in bicicletta ma non in tandem. Bello in tutte le
stagioni. Dal
gusto neoclassico la Cascina Costa Bassa si presenta con un colonnato
sormontato da un timpano. Nella parte laterale come in quella posteriore vi
sono delle arcate. Sopra, un blocco centrale, sporge verso l'alto (tipo
attico) in muratura con rosoni vuoti circondati da rossi mattoni. La Cascina era nota
anche con il nome di "Ospedale dei Cavalli" poichè era un luogo di
sosta e di riposo per i cavalli durante le passeggiate
reali. Attualmente è sede del Centro Diurno per Anziani.
La Cascina Costa
Alta si presenta con facciata cuspidata al centro dove è situato un piccolo
balconcino con finestra ad ogiva; al di sotto di questo sei colonne in pietra
sostengono un bellissimo soffitto a travature bianche. Alla base delle
colonne sono stati ricavati dei vasconi per i fiori. Un vecchio pozzo in
sasso trova spazio sotto il porticatò e sul lato sinistro, la struttura si
presenta con un'appendice in muratura. In concessione al
centro milanese per lo sporte la ricreazione, la Cascina Costa Alta viene
utilizzata saltuariamente ed in particola re nei periodi estivi. Detta anche Lomagni.
Cascina a corte aperta a corpi giustapposti, attualmente utilizzata come
maneggio e ricovero per cavalli. Con una volta
centrale a sesto acuto, questa struttura è riconoscibile anche per le arcate
a patio ed il suo tetto spiovente. Per accedere alle scuderie bisogna passare
lungo uno sterrato posto a destra della cascina caratterizzato da una
stupenda robinia secolare. Sopra le scuderie è posto il fienile. Anche se lo
stato di manutenzione è pessimo, dovuto ad un incendio avvenuto circa 4 anni
fa, è possibile ammirare ancora particolari neogotici molto interessanti
probabilmente di gusto francese. La cascina San
Fedele venne eretta sulle spoglie di un'antica chiesa in disuso, tra il 1805
ed il 1825. Collocata su di un dosso originariamente circondato da vigneti,
questa cascina attualmen te viene utilizzata, durante il periodo estivo, dal
Comune di Monza per ospitare colonie estive ed altre attività ricreative. Dal
punto di vista architettonico, "si può notare la facciata cuspidata al
centro, espediente che raccorda il tutto ad una curiosa torretta gotica che
spunta dal tetto." L'edificio, costruito con materiali di recupero
derivanti dalla demolita chiesa Santa Maria di Brera a Milano e rivestito di
marmi chiari e scuri, colpisce oltre che per le sue finestre a bifora
istoriate risalenti al XV secolo anche per particolarità dell'archivolta che
contiene un medaglione in pietra e delle pregi atissime colonne tortili che
suddividono la bifora. A completare il
magnifico scenario della villa Mirabello, il Cardi nale Durini nel 1776 fece
costruire la villa Mirabellino, progettata da Giulio Galliori, collegandole
con un viale di Carpini foggiati a globo, di cui si possono ammirare solo
alcuni esemplari all'inizio del viale. "Anche per il
Mirabellino la pianta è a "U"; il corpo centrale fa da elemento di
raccordo tra le due ali laterali che si articolano nello spazio con spigoli
ad angolo retto. E una struttura aperta verso lo spazio esterno. L'attuale
facciata posteriore non è quella originale. Davanti alla facciata principale
esisteva invece una scalinata semicircolare. All'interno si notano tuttora la
sala da biliardo ed il salone delle feste". Attualmente vuota
Villa Mirabellino, dovrebbe, in un prossimo futuro, divenire polo integrante
al Mirabello, in tutte quelle attività sopra descritte. Ubicata all'interno
di quest'area, la Cascina Milano, è sede della fondazione Seveso, dove è
ospitata una delle più importanti raccolte di pubblicazioni attinenti il
Sindacato ed il mondo del lavoro in generale. 6-IPPODROMO L'area
dell'ippodromo venne costruita nel 1922. Nell'anello centrale vi è il campo
di Polo e la pista in sabbia per gli sports equestri. Occupa una superficie
totale di 431.550 mq.. L'ippodromo di proprietà dei Comuni di Monza e di
Milano attualmente è pressoché distrutto da un recente incendio. Un tempo si
potevano ammirare delle bellissime tribune in stile liberty risalenti alla
prima metà degli anni venti. L'eventuale suo
recupero è attualmente in discussione. Stupenda nella sua
struttura tipicamente lombarda, questa cascina conserva tuttora un fascino
particolare sia per il buon stato di manutenzione sia per l'inserimento che
occupa nei Parco. E' costruita su di un terreno agricolo di 68.340 mq.,
circondata a sua volta da uno stupendo giardino di alberi da frutta da cui
spicca il colore giallo delle mura di questa struttura. Probabilmente del
Piermarini, la cascina Frutteto risale alla prima metà del XIX secolo
(1805-1825) su progetto di Luigi Canonica. Attualmente ospita la Scuola
Agraria, un ente morale istituito nel 1920 che svolge attività formative e di
aggiornamento rivolte al settore agricolo oltre ad attività di sperimentazione
agronomica ed educazione ambientale. Grazie all'impegno
dell'Amministrazione e della Sovrintendenza ai Beni Culturali, la Cascina
Frutteto conserva tutt'oggi una struttura esterna architettonicamente
inalterata ed all'interno una buona confortevolezza moderna contrastata con
gusto alla rusticità dei luogo. La facciata si presenta ad ampi archi
delimitati da colonne quadrate in materiale fluviale. Questo stupendo
porticato con pavimenti in cotto, collega tutta la casa con la parte rustica
dei fienili e degli alveari. Le stalle conservano
ancora stupendi soffitti a cupola. 8- CAVRIGA Lungo il Viale
Cavriga su una dolce altura sorge una struttura forse un tempo
"dependance" di qualche altra villa e attualmente utilizzata come
punto di ristoro. L'attuale Bar Cavriga intonacato da un caldo giallo
piermarini, venne costruito intorno al 1840 e acquistato dai due Comuni
comproprietari nel 1937. Il lato principale dell'edificio è caratterizzato da
un grande frontone triangolare sotto il quale si ergono a sostegno quattro
colonne tonde, a lato delle quali altre quattro si presentano quadrate. Sopra
il tetto esiste un grazioso terrazzo circondato dalla stessa balaustra che si
nota sotto il colonnato. 9 - CASCINA
BASTIA - Noleggio Biciclette Situata ai confini
tra i Giardini della Villa Reale ed il Parco, la Cascina Bastia si presenta
con una lunga ala a destra del Viale Cavriga. È probabile che un tempo fosse
una scuderia. Di fronte c'è un
altra costruzione molto simile alla precedente nella sua forma longitudinale.
Quest'ultima più nuova e da poco ristrutturata costituisce la parte abitata. I due edifici
formano un cortile utilizzato dall'Amministrazione dei Parco come deposito
dei legname. Da un lato il cortile viene chiuso da un edificio con belle arcate
rustiche e tetto spiovente, sede del noleggio di biciclette. Tutto il compiesso
ristrutturato tra il 1805 ed il 1825 su progetto dell'architetto Canonica,
anche se in apparente disordine con serva ancora il fascino campestre di un
rustico ancora dinamica mente operativo. Questa struttura
posta al centro dei Giardini Reali con la semplice funzione di abbellimento,
venne edificata tra il 1805 ed il 1825 utilizzando materiali di recupero
provenienti da Milano. Attualmente è in
fase di ristrutturazione, in attesa dell'apertura di un centro di ristoro. 11 - CASCINA DEL SOLE Posta nel bel mezzo
della "Valle dei Sospiri", l'origine del nome è da far risalire
alla stupenda posizione situata al centro di un grande prato sgombro da
alberi con la facciata rivolta a mezzo giorno sempre al sole. Risalente al 1839,
la Cascina del Sole è stata recentemente ristrutturata ed adibita a luogo di
ristoro. Durante i mesi più
caldi sedie e tavolini trovano spazio sotto un ampio portico. Nella parte posteriore
è possibile ammirare ancora un vecchio pozzo. All'interno della
cuspide posto sopra l'estremità del tetto è stato da poco riprodotto il
simbolo lombardo del sole fiammato. 12- CASCINA DEL FORNO Chiamata anche
Cascina Fornasetta, per la presenza di un antico forno, dopo essere stata
sede per qualche tempo di un'azienda che allevava cavie oggi è stata
destinata ad abitazioni. Strutturata su due piani e divisa in nove alloggi,
questa cascina, la cui costruzione viene fatta risalire a 200 anni fa, occupa
una superfi cie di 653 mq.. Posta dietro la Villa Reale, è impossibile non
riconoscerla se non altro per il classico colore giallo piermarini della
facciata. Semplice nella sua struttura, la Cascina del Forno possiede un
grande portale d'ingresso dalle vaghe reminiscenze cinquecentesche; sopra
questo si inserisce un frontone triangola re in pietra grigia. Attraverso un
ingresso sul retro, caratterizzato da due colonne in pietra fluviale e da un
corridoio con un'arcata il cui soffitto conserva ancora le travature in
legno, si accede ad un cortiletto nel quale si nota che i contornanti edifici
hanno subito vari rimaneggiamenti. Gli infissi sono in
legno grigio con una piccola nicchia colma a tutto sesto sopra ad ogni
finestra. Attualmente il forno, da cui ha preso il nome, non esiste più. 13- GIARDINI
DELLA VILLA REALE - LAGHETTO -TEMPIETTO DORICO Il patrimonio
vegetale dei Giardini della Villa Reale è tra i più originali che un parco
storico possa offrire. Difatti ci sono rappresentate molte fra le invenzioni
progettuali d'epoca: dai grandi prati, rotti soltanto da qualche monumento
botanico, al giardino anglo-cinese con il suo microambiente avulso dalla
realtà, fatto di sorprese e di paesaggi appena sussurrati; dalla statuaria
presenza di grandi alberi 'solitari' - tesori del mondo botanico ed esotico
-alle composizioni boschive e paesistiche ispirate alle alte quote; ed altri
aspetti ancora." (da Guida botanica dei Giardini della Villa Reale e del
Parco di Franco Agostoni). Lungo il laghetto reale, tutt'ora abitato da
cigni, anatre e grossi pesci, su una dolce altura è possibile scorgere un
piccolo tempietto (tipico elemento dei giardini inglesi> con la funzione
di abbellimento e di richiamo al passato. Sempre nel laghetto,
seminascosta nell'ombra di una grotta vi è la statuta di Nettuno. 14 - VILLA REALE L'imperatrice Maria
Teresa d'Austria stanziò 70.000 zecchini per la costruzione di questa casa di
campagna destinata alla villeggiatura del figlio. l'arciduca Ferdinando. Dalle fonti è
possibile collocare l'inizio dei lavori nel 1777. Giuseppe Piermarini
progettò un edificio con pianta ad "U", costruito con la più
ristretta economia di materiali e con severa povertà di linee: questo è
quanto ci riportano gli storiografi che, nel considerare la "povertà di
linee", confrontano la Villa Reale ad altre strutture del tempo.
Successivamente abbellita dalla rotonda affrescata dall'Appiani (1790) e dal
Serrone, si dice che dal 1777 si stabilirono le norme economiche per la
sistemazione dei giardini di cui Ercole Silva ne fu probabilmente il
responsabile. Nel 1797 la Villa divenne proprietà della repubblica cisalpina,
nel 1859 entra a far parte dei possessi di casa Savoia e nel 1878 diventa
dimora di Re Umberto I. Dopo la morte di Re Umberto I (1900) la Villa Reale
venne chiusa. Attualmente ospita:
15- CASCINA CERNUSCHI Progettata dall'Ingegner Tazzini, la Cascina Cernuschi
risale al 1847. Probabilmente in origine era sede dell'allevamento dei
Cavalli purosangue del Mirabellino. Fu sede del Polo Club Milano, attualmente
in fase di ristrutturazione, ospiterà la Caserma dei Carabinieri a Cavallo. Tramite un vialetto alberato è possibile accedere alla
parte centra le ricoperta da rampicanti. La pianta della struttura è a T con
due cortili posti lateralmente, in uno dei quali (il più ampio) si trova un
bellissimo abbeveratoio riparato da una grande tettoia quasi completamente
ricoperta da edera rampicante. Opera del Canonica, il ponte delle catene è strutturato a
due archi ribassati con spalle in muratura su due piani inclinati convergenti
al centro. La pila intermedia è formata da quattro colonne a fascio ed i
parapetti sono in granito alternati con catene in ferro. 17 - ISOLINA Ubicata all'interno dell'area in uso alla Facoltà di
Agraria dell'Università di Milano, la Cascina Isolina è occupata da un
custode. L'edificio, piccolo ed esagonale è sormontato da un particolare
tempietto. Al piano terreno si può notare un grande arco, forse un tempo
occupante tutto il piano, attualmente utilizzato come deposito per gli
attrezzi da lavoro. In ogni lato del piano superiore appare una grande
finestra che dà luce agli interni ben ristrutturati. Oggi l'Amministrazione del Parco sta definendo con
l'Università di Milano la possibilità di poter rendere pubblica l'intera
area. Situata accanto al Mirabello questa cascina è stata
progettata dall'Architetto Tazzini nel 1884. Come la maggior parte delle
cascine del Parco, Cattabrega è strutturata su due piani: al piano terreno la
stanza per gli attrezzi, la stalla ed il fienile, mentre al piano superiore
l'abitazione. I motivi che ornano questo edificio sono i medesimi che
trovia mo anche in altre costruzioni: arcate a sesto acuto sottolineate da
mattoni rossi a vista. Una curiosità della Cattabrega sono le stalle con il
doppio acces so, infatti il primo è disposto lungo il perimetro esterno della
facciata, mentre al secondo si accede tramite un corridoio coper to, posto
nel mezzo e trasversalmente all'edificio. Attualmente la Cascina Cattabrega è
sede della Società Valle Mulini che alleva cavalli purosangue. Costruzione più volte ristrutturata e quindi
caratterizzata da un aspetto abbastanza ibrido dal punto di vista
architettonico. Originariamente in mattoni rossi, il blocco centrale oggi si
presenta intonacato di giallo e costituito da un colonnato sormontato da una
cuspide a raggiera. Le ali laterali sono ad arcate riempite e sul retro c'è
la chiusa del Mulino. Curioso è l'effetto a galleria caratterizzato dal
passaggio della Roggia laterale al Lambro ed attual mente in stato di secca. Degna di nota è la torretta in mattoni a vista
semidiroccata con una piccola finestrella a bifora; la cima è strutturata a
merli ghibellini completamente occupata da nidi di uccelli. Attualmente è
sede della cooperativa "Il Salterio". Nascosta da un filare di pioppi, la Cascina Mulini
Asciutti è composta da due edifici paralleli che racchiudono l'alveo della
roggia principale uniti tra loro da un camminamento posto tra sversalmente ai
due blocchi e coperto da cinque archi; percorrendolo è possibile accedere
alle due sale di macina, ai controlli delle chiuse ed al piano terra di ogni
edificio. lì mulino oggi è parzialmente attivo; è possibile ammirare ancora
il funzionamento dei vecchi ingranaggi arrugginiti e visitare i locali dove
sono custodite le ruote in pietra usate per le diverse macinazioni. In
posizione simmetrica al mulino, divise dalla roggia si trovano le due grandi
stalle con il granaio, il fienile ed il ricovero per gli attrezzi. La
conservazione di tutta la struttura è buona, è possibile inoltre intravedere
in un angolo del cortile un ponticello di legno ed un piccolo forno per la
cottura del pane. Nonostante la denominazione di questo mulino, attualmente
è attraversato ed attorniato da fossi, rogge, rivoli d'acqua e piccoli
stagni. 21 - VILLA MIRABELLO La villa venne costruita verso la metà del XVII secolo
dalla fami glia Durini la quale aveva acquistato il feudo di Monza nel 1648.
Propulsore fu Giuseppe Durini, figlio cadetto di Giacomo che commissionò la
costruzione della villa all'ingegner Gerolamo Quadrio. I lavori iniziarono nel 1656 e terminarono nel 1675. Si racconta che la villa è stata costruita sulle rovine
di un antico castello di proprietà dei De Leyva, nobile famiglia di origine
spagnola da cui nacque Virginia Maria De Leyva meglio conosciuta come la
Monaca di Monza. Durante il periodo in cui fu abitata dal Cardinale Angelo
Maria Durini (1725 - 1796), la villa, abbellita con affreschi e
ristrutturata, divenne "luogo di delizie e cenacolo di letterati".
"Il Quadrio strutturò il Mirabello attorno ad una corte nobile ed una
rustica. lì viale d'accesso infatti corrisponde all'asse di simmetria che
attraversa la corte nobile e l'edificio padronale. Sull'edificio spiccano due
torri quadrate simili a quelle della chiesa del seminario di San Pietro a
Seveso. La villa ha una pianta a "U" abbastanza complessa. La
pianta del nucleo centrale comprende otto sale, con atrio, disposte ad un ampio
salone che occupa tutta l'altezza dei due piani. Monumentale è lo scalone
d'ingresso degno dei migliori palazzi milanesi. Nell'ala laterale sinistra,
c'è la cappella di Santa Maria Nascente, il cui portale ha una cornice in
granito rosa. Nell'ala laterale destra rispetto alla corte è ubicata la
scuderia a tre navate con volte a crociera. Nella facciata spiccano i tre archi di gusto vagamente
neoclassico sopra i quali vi sono tre porte-finestre che si affacciano sul
balcone sormontato da un timpano. Dopo la morte del Cardinale, la villa venne inizialmente
requisita dai soldati di Napoleone, nel 1805 fu acquisita da Don Carlo
Vimercati Sanseverino, ed infine, un anno dopo, venne venduta al Governo
Italico che la inglobò nel Real Parco. Attualmente ospita alcune abitazioni ed è sede
dell'Amministra zione del Parco, la quale ha in programma di ampliare le
attività culturali e didattiche legate allo studio dei numerosi problemi
paesaggistico-ambientali all'interno della struttura, in modo da concepire un
nucleo operativo all'altezza dei migliori parchi europei. Sul lato sinistro al corpo centrale è ospitato il Centro
Ippico Santa Maria, affiliato alla FISE, dove vengono svolti corsi
d'equitazione e manifestazioni legate all'ippica; mentre sul lato destro,
sempre occupato da numerosi box per cavalli, trova sede il Monza Polo Club. 22- CASCINA CASALTA Attualmente abitata ed utilizzata per uso agricolo, la
Cascina Casalta ospita un'azienda agricola con un allevamento di 40 mucche
oltre a numerosi box per la custodia dei cavalli. L'anno di costruzione
risale al 1805-1825, da allora molte sono state le ristrutturazioni avvenute
e attualmente si presenta divisa in due parti una vecchia ed una nuova. "Un edificio nato per ospitare contadini con un
loggiato su due piani sostenuto da numerose colonnine neoclassiche in granito
di base ottagonale. L'ingresso, al centro della facciata, è ad arco. Da qui
attraverso una piccola rampa si sale all'aia interna racchiu sa da tre
edifici singoli adibiti a stalle e fienili. Le decorazioni originarie in
rosso riproducevano mattoni." 23- ISOLINO - ALLEVAMENTO DFL DOSSO Questa piccola struttura, situata sudi"
un'isola", risale a circa 30 anni fa. La zona sulla quale è stata
edificata è delimitata da una roggia che scorre verso la Cascina Mulini
Asciutti. Attualmente è sede dell'Allevamento di pastori tedeschi "Del
Dosso". L'edificio risalta nel verde del parco grazie alla vivacita dei
colori sapiente mente utilizzati, come il rosso dei mattoni ed il giallo
della pietra unitamente al violetto del glicine che in primavera incornicia
il pergolato. Attualmente sede di un noto ristorante (Saint Georges
Premier), I'ex fagianaia reale, l'etimologia lo dice da sola, era una cascina
destinata all'allevamento di fagiani utilizzati per le battute di caccia
reali. Costruita nel 1838, oggi si presenta con un aspetto molto elegante.
Particolarmente ricercato, questo ristorante d'èlite, è sede di numerosi
incontri mondani e meeting soprattutto in occasione del Gran Premio di
Formula 1 nell'adiacente e celeberrimo Autodromo. Posta al centro di un'area verde ricca di saliscendi,
I'ex Fagianaia è strutturata da un corpo centrale allungato e due casette
laterali con il tetto appuntito, queste ultime sono arricchite da un
balconcino in ferro battuto bombato. Nella parte centrale sporge un corpo
quadrato con una grande finestra ai lati della quale trovano spazio due
finestroni tripartiti da leziose colonne in sasso grigio. 25- CASCINA MOLINO SAN GIORGIO Questa struttura, risalente all 820, attualmente si
presenta com posta da due edifici ad uso abitativo ed agricolo con una grande
corte di fronte. Pur essendo in parte ben ristrutturato, il mulino San
Giorgio conserva ancora un particolare fascino agreste forse dovuto
all'attività di allevamento, tutt'oggi praticata. Durante la ristrutturazione
del primo edificio sono stati tenuti ben in consi derazione i particolari di
ambientazione: rampicanti intorno al patio del piano terra, fiori e bersò nel
giardino antistante; il gusto è stato davvero ottimo anche nella scelta del
bianco per l'intonaco delle pareti in contrasto con il caldo bruciato del
cotto della pavimentazione. 26 - PONTE DEI BERTOLI Dopo il Mulino San Giorgio il Lambro attraversa una
grande chiusa denominata Chiusa dei Bertoli; successivamente viene
attraversato dal Ponte dei Bertoli "sul quale corre la strada di
circonvallazione che collega il Mulino San Giorgio con i Mulini
Asciutti". Questa struttura è stata progettata dall'ingegnere
Cantalupi nel 1853. 27- PORTICO DEL SERRAGLIO "... entrasi nel Serraglio detto dei cervi, passando
sotto un arco di stile gotico, che ci ricorda i tempi, e porta in fronte gli
stemma dei Signori di Milano, i Visconti. Attigua a quest'arco havvi pure
l'abitazione per la famiglia del guardiano, il recinto è chiuso a doppio
steccato (ora però senza cervi nè daini nè caprioli che si lasciano vagare
liberamente nel Parco) ed è formato in parte dal cosiddetto bosco di Biassono
" (da una documentazione del 1841 di Virginio Bettini). Ubicata all'interno dell'area in concessione
dell'Autodromo questa struttura probabilmente, un tempo costituiva parte di
un ingresso di qualche ricca proprietà terriera. Un interessante arco di entrata a sesto acuto affiancato
da due torri dal disegno particolarmente elaborato colpiscono subito il
visitatore. L'arcata in mattoni rossi è bordata da una grossa treccia in
muratura bianca. Due stemmi viscontei sono posti al centro di ogni torre
all'estremità delle quali due semicerchi circoscrivono il disegno di un grosso
fiore a petali. Accanto alle torri sono inseriti due medaglioni in pietra
incisi a fiore. All'estremità dell'arco a sesto acuto una testa di cervo
testimonia la probabile presenza di recinti dove, nello scorso secolo,
pascolavano daini, cervi e caprioli destinati alle battute di caccia. RONDÒ DELLA STELLA Situato in una zona boschiva detta Bosco Bello,
all'estremo nord del parco nell'Autodromo, il Rondò della Stella è detto
anche dei carpini o del gernetto, ed è il punto in cui si incontrano le
strade provenienti da tutte le direzioni del Parco. Questa zona boschiva, risalente al XV secolo e
documentata con il nome di selva dei Gavanti è la più fitta dal punto di
vista della vegetazione. |
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