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SARDEGNA Carnevali Barbaricini, tra maschere zoomorfe e riti ancestrali di Roberto Gabriele e Simona Ottolenghi |
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Antichi riti e maschere bestiali nel Carnevale sardo Testo e foto di Simona Ottolenghi e Roberto Gabriele 'Arrase´are, Harrasehare, Karrasegare sono tre parole diverse che si usano in Sardegna che significano tutte "Carnevale". Siamo stati nell´Isola a fotografare i vari carnevali per scoprirne le poche similitudini e lasciarci incantare dalle tantissime differenze che hanno tra loro anche in Paesi distanti meno di 10 chilometri l´uno dall´altro. Qui la festa è dovunque molto sentita, in alcune località questo è diventato un momento di grandissimo interesse turistico, altri posti invece sono meno conosciuti ma tutti sono vissuti dai locali come eventi altamente emotivi e di forte partecipazione. Siamo andati a scoprire i carnevali più tradizionali, quelli che traggono le loro origini da antichi miti pastorali o agricoli, quelle feste in cui le maschere assumono i caratteri di animali o in cui gli uomini si vestono da donne ironizzando sulla differenza tra i ruoli. Questi carnevali sono l´ apice dell´orgoglio sardo, sono delle mascherate che cercano nel passato il senso del proprio presente. Qui siamo molto lontani da balli in maschera, qui si va in strada, non vedrete colori sgargianti né principesse o personaggi dei fumetti. Qui è la Sardegna che celebra se stessa nell´allegoria della propria storia. Il Carnevale ha anche qui una collocazione moderna, ma ad essa sono riservati giorni ed uscite speciali, il vero carnevale sardo ha i suoi tempi e un suo vocabolario ben preciso, tutto viene scandito dalla tradizione e questa ha sempre la precedenza sulla modernità. Fare il Carnevale in Sardegna è quindi non solo divertimento, ma anche cultura. In 3 giorni si possono vedere 4-5 feste diverse e imparare a conoscere la storia e le tradizioni di questa terra aspra che saprà accogliervi e ospitarvi. Non mancherà il piacere della tavola: le specialità sarde sono infinite, ogni paese ha le sue e anche queste molto spesso sono legate ad una stagionalità rituale, certi dolci si mangiano solo in alcuni posti e in determinati periodi, A Mamoiada troverete le Caschettas solo il 17 gennaio per Sant´Antonio. Se capitate in altri periodi chiedete le Seadas che sono dei grossi ravioli dolci ripieni di formaggio e fritti che vengono serviti con miele. Se conoscete la "Carta Musica" qui la troverete, ma si chiama Pane Carasau e vedrete che sapore ha se mangiate quello fatto con il forno a legna... Il porceddu e la pecora saranno i secondi che troverete serviti ovunque e tutto l´anno. Il vino Cannonau, il distillato Filu Ferru o il famoso Mirto.
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